70anni sono una vita,
sono un soffio di vento.
70 anni
ad
un bambino sembran un'etrnità
ad
un vecchio
sembran un attimo.
sembra ieri.
70anni
ed
il bisogno di raccontare,
di andare,
di vedere
comunque,
nonostante
quel nodo che serra la gola
nonostante tutto
...
nonostante tutto
...
" nel '43 avevo 4 anni,
ricordo poco,
ero piccola,
a casa eravamo rimaste
solo
io, mia mamma
e
mia sorella,
sai,
la zia Gabriella,
è nata
quando il babbo era già
andato vi,
quando tornò,
lei,
non voleva neanche andargli in braccio,
non lo conosceva.
papà non c'era.
e
mia sorella,
sai,
la zia Gabriella,
è nata
quando il babbo era già
andato vi,
quando tornò,
lei,
non voleva neanche andargli in braccio,
non lo conosceva.
papà non c'era.
papà era stato chiamato alla guerra.
il babbo ci scriveva lettere,
in una
chiese alla mamma di mandargli una mia foto,
chiese alla mamma di mandargli una mia foto,
ma
non ne avevamo di foto,
non ne avevamo di foto,
la mamma mi prese in braccio
e,
a piedi,
mi portò fino a Pavullo
:
la
mia prima fotografia
la
mia prima fotografia
in quel periodo abbiam cambiato spesso casa,
la nostra non era sicura,
non c'era un rifugio,
andavamo a Casa Ghiarone ,
andavamo a Casa Ghiarone ,
là ho dormito in una mangiatoia,
ai Palazzoli
stavamo in una cantina
ai Palazzoli
stavamo in una cantina
se eravamo per strada,
ci nascondavamo dietro ad un albero,
mi ricordo di un castagno...
e
poi la guerra finì.
lenzuola bianche sventolavano dalle finestre di Verica
e
ai Bertocchi
suonavan le campane
suonavan le campane
ma
per noi
la guerra non era finita,
a casa non avevamo più niente,
neanche i vetri alle finestre
o
i materassi,
non c'erano più
i libri,
non c'era più niente.
e
non c'era neanche il babbo
era ancora lontano,
ci raccontò, poi,
di esser stato
in un
"campo di lavoro"
in Danimarca
no,
il babbo non c'era ancora
non c'era neanche il babbo
era ancora lontano,
ci raccontò, poi,
di esser stato
in un
"campo di lavoro"
in Danimarca
no,
il babbo non c'era ancora
il babbo non era ancora tornato,
tutti gli uomini stavano tornando a casa,
il babbo no
le lettere,
le lettere dal fronte tornavano indietro
il mio papà...
io andavo dietro alla porta,
annusavo i suoi vestiti
e
piangevo.
...
poi basta,
basta
basta
...
no,continuo
no,continuo
...
poi
arrivò
agosto.
l'Arduina e la zia Giovannina
corsero da noi
"guardé,guardé
Genovefa,
guerdà
guerdà
là
intla pasarela,
sovra e fiom
ghè Guido cl'ariva"
(guardate, guardate,
Genoveffa,
guarda là,
nella passarella,sul fiume,
c'è Guido che arriva)
(guardate, guardate,
Genoveffa,
guarda là,
nella passarella,sul fiume,
c'è Guido che arriva)
ecco
fu in agosto,
per la fiera di San Bartolomeo,
che la mia guerra finì
...
non ricordo tanto,
ero piccola,
avrei voluto ascoltarlo di più,
il babbo,
a lui piaceva raccontare,
ma
sembra sempre d'avere tanto tempo
...
" nel '43 io avevo 7 anni,
abitavo a Verica,
nel nostro cortile abitavano
nove famiglie,
alcune ospitavano i tedeschi,
altre
facevan da mangiare,
in segreto,
per i partigiani.
mia madre e mio padre
per sopravvivere
facevano mercato nero,
partivano a piedi,
di nascosto
e tornavano con
le sigarette,
la farina
il sale
mio padre maccellava
di contrabbando
e
bisognava stare attenti
che
non ci scoprissero.
no,
mio padre non era andato in guerra,
cioè,
non era stato chiamato alle armi,
era del 1900,
era troppo vecchio.
Guido
fu l'ultima classe richiamata,
lui era del '10,
però.
cadevano bombe
che lasciavan crateri grandi come una casa.
noi non avevamo dove andare,
c'era una cantina semi sotterrata,
andavamo lì.
mio padre non era andato in guerra,
cioè
mio padre era partigiano,
era un partigiano di Montefiorino,
partiva spesso
da Verica
e
andava lassù,
andava
a Montefiorino
sì,
con Armando
ed
altri suoi compagni
già,
i suoi compagni
stavano rientrando da lassù,
il mio babbo ed i suoi compagni
lui,
quel giorno passò da Pavullo,
e
tornò da noi
gli altri,
i suoi compagni
non tornarno più
furono presi
e
uccisi
un gruppo venne ucciso lì,
sul ponte del Leo,
gli altri per andare a Montespecchio.
il mio babbo,
quel,
giorno
passò da Pavullo,
lui tornò "
...
non ricordo tanto,
ero piccola,
avrei voluto ascoltarlo di più,
il babbo,
a lui piaceva raccontare,
ma
sembra sempre d'avere tanto tempo
...
" nel '43 io avevo 7 anni,
abitavo a Verica,
nel nostro cortile abitavano
nove famiglie,
alcune ospitavano i tedeschi,
altre
facevan da mangiare,
in segreto,
per i partigiani.
mia madre e mio padre
per sopravvivere
facevano mercato nero,
partivano a piedi,
di nascosto
e tornavano con
le sigarette,
la farina
il sale
mio padre maccellava
di contrabbando
e
bisognava stare attenti
che
non ci scoprissero.
no,
mio padre non era andato in guerra,
cioè,
non era stato chiamato alle armi,
era del 1900,
era troppo vecchio.
Guido
fu l'ultima classe richiamata,
lui era del '10,
però.
cadevano bombe
che lasciavan crateri grandi come una casa.
noi non avevamo dove andare,
c'era una cantina semi sotterrata,
andavamo lì.
mio padre non era andato in guerra,
cioè
mio padre era partigiano,
era un partigiano di Montefiorino,
partiva spesso
da Verica
e
andava lassù,
andava
a Montefiorino
sì,
con Armando
ed
altri suoi compagni
già,
i suoi compagni
stavano rientrando da lassù,
il mio babbo ed i suoi compagni
lui,
quel giorno passò da Pavullo,
e
tornò da noi
gli altri,
i suoi compagni
non tornarno più
furono presi
e
uccisi
un gruppo venne ucciso lì,
sul ponte del Leo,
gli altri per andare a Montespecchio.
il mio babbo,
quel,
giorno
passò da Pavullo,
lui tornò "
70anni
...
quei due bambini,
in una sera d'inverno
si son seduti
davanti
ad una telecamera
per aiutare Marta,
la loro FataNipotina,
in un compito per la scuola,
due bambini
seduti davanti ad una telecamera
per raccontare
una storia,
la loro storia
una storia vecchia di 70anni,
una storia che sembra lontana,
fuori dal tempo,
una storia
in bianco e nero
che continuiamo a raccontarci
ogni 25 aprile,
in quel bacino,
in quell' augurio
una storia che oggi abbiam
riguardato
riascoltato
rivissuto
insieme
...
una storia che ci raccontiamo
comunque,
nonostante tutto
che ci siamo raccontati anche
oggi,
preparando lo zaino con i panini,che ci siamo raccontati anche
oggi,
per andare domani
...
"sicura mamma?
sarà dura,
potrebbe farvi male?
"
sicura
...perchè bisogna
che
anche voi
che non c'eravate
sappiate
perchè bisogna che sia anche un vostro ricordo,
perchè
a volte
a volte
soffia ancora un vento nero,
a volte
si senton parole che fan paura
perchè bisogna andare e raccontare,
comunque ,
nonostante tutto,
anche se fa male,
anche se fa piangere
...
ecco,
perchè domani vorrei venire
lassù sui monti,
a Sant'Anna di Stazzema,
anche se piangerò
ancora"
noi,
oggi
preparando lo zaino,
ringraziamo
quei
due bambini
per aver avuto
la forza
e
la generosità
di raccontarci ancora
la loro storia.
li ringraziamo
per il coraggio di andare
di stare ancora diritti,
dopo 70anni,
con i loro racconti,
davanti
ad un vento nero che a volte ancora soffia
si senton parole che fan paura
perchè bisogna andare e raccontare,
comunque ,
nonostante tutto,
anche se fa male,
anche se fa piangere
...
ecco,
perchè domani vorrei venire
lassù sui monti,
a Sant'Anna di Stazzema,
anche se piangerò
ancora"
noi,
oggi
preparando lo zaino,
ringraziamo
quei
due bambini
per aver avuto
la forza
e
la generosità
di raccontarci ancora
la loro storia.
li ringraziamo
per il coraggio di andare
di stare ancora diritti,
dopo 70anni,
con i loro racconti,
davanti
ad un vento nero che a volte ancora soffia
se vi va potrete rileggere altri frammenti di questa nostra storia
in :
25 aprile
e
25 aprile: pupà l'era ché
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se di quà sei passato e un leggero pensiero vuoi lasciare,
sussurra le tue parole al vento,
le fate lo sentiranno....