Oggi solo parole,
avremmo tante cose da mostrarvi,
e
presto,
lo promettiamo,
lo faremo
:
corsi,carte,colori,perline
...
presto,
lo promettiamo,
lo faremo,
ma
è estate
E
da queste parti
accadono cose strane,
mentre
le giornate si allungano
i minuti si accorciano
...
eppure,
oggi,
dobbiamo scrivere,
ci conoscete,
è un'esigenza.
35anni,
una vita,
la nostra.
35anni
fatti d'incontri
e
racconti,
racconti ed incontri
che son diventati
parte di noi,
le nostre mani,
le nostre gambe,
i nostri occhi.
incontri e racconti
che son diventati
ricordi,
frammenti di vita,
la nostra.
35anni,
e
se la nostra mente non può ricordare,
noi siam nate in marzo,
eravamo troppo piccine per ricordare
quel giorno d'agosto
noi siam nate in marzo,
eravamo troppo piccine per ricordare
quel giorno d'agosto
il nostro cuore lo può fare,
il nostro cuore ricorda
il nostro cuore ricorda
:
Non c'ero
ma
ricordo
e
ricordiamo il silenzio esplodere nella stalla,
ricordiamo
quella voce alla radio
che interrompeva la musica
per dirci
che
l'orrore era esploso in quella città,
in quella città,
che tanto amavamo,
in quella città
che era stata la compagna
che era stata la compagna
dei nostri vent'anni,
e
che oggi,
da questi monti,
sentiamo
urlare e piangere
...
l'orrore
era
esploso a Bologna
...
e
sentiamo le sirene,
sentiamo la polvere stringerci la gola,
sentiamo le urla disperate,
ci sono sangue e frammenti
e
ci siamo noi
che
abbiamo lasciato quei monti
per venire
in questa città
per
lavorare,
migranti nella nostra terra
per
poter immaginare
un domani diverso
...
un domani diverso,
domani,
forse,
perché oggi non c'è tempo per immaginare
oggi
come possiamo
dobbiamo fare,
oggi c'è sangue
e
frammenti
e
polvere,
oggi c'è orrore,
orrore
a Bologna.
2 agosto 1980
85 morti
35 anni fa
35 anni che ancora aspettano
Perché le fate rompono il silenzio
per parlare di orrore?
forse
per una vecchia abitudine che viene
da lontano,
da quando eravamo piccine picciò,
e
le favole,
tra le braccia del nostro meraviglioso nonno,
diventavano racconti di vita,
di campi con i camini,
di giganti buoni che si chiamavano
Nelson Mandela
Vecchie abitudini
che intercalavan la ninna nanna della nonna
fatta di preghiere
a candele accese
per scongiurare guerre
polenta e racconti
di viaggi
per immaginare un domani diverso
e
risa estive
dove il sapore dell'anguria
si incontra con l'odore del fieno secco
e
con le lacrime della nostra mamma
che
ogni anno,
dopo 35 anni,
ancora
ci racconta
di quella mattina,
quando nella stalla
esplose il silenzio.
Parole che diventano racconti,
parole che hanno saputo
raccontarci
la storia
come una favola
trasformandola
in
memoria
e
vita
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se di quà sei passato e un leggero pensiero vuoi lasciare,
sussurra le tue parole al vento,
le fate lo sentiranno....