Un bacino ed un augurio:
"Buon 25 Aprile ! " ,
questo è il saluto di oggi,
inizia così, crediamo da sempre, la nostra giornata.
E' un giorno di festa,quello di oggi, a casa delle Fate.
Una festa strana,
però,
una festa fatta di racconti,
nodi alla gola, sorrisi, ricordi
e del bisogno di andare.
ed anche questa volta dovevamo andare...
andare per conoscere meglio quel nonno che non abbiamo mai incontrato,
ma di cui tanto ci hanno parlato,
quel nonno che,
con la sua donna fiera, la nostra nonna,
ballava un valzer nel tinello di casa,
quel nonno che
partì a piedi da Verica
perché a volte si deve andare,
quel nonno
combattente ribelle che sapeva sognare...
e così,
stregoni e fatine,
nella pioggia son partiti
...
...
Dopo 70 anni la stessa strada,
le stesse valli, boschi e montagne...
e mentre il nostro nero destriero camminava per noi,
mentre la strada scorreva,
noi ascoltavamo le frasi sospese
di un bambino che ricordava il suo papà,
di un bambino che è il nostro babbo
...
ma la memoria,
a volte,
confonde i suoi ricordi con altri ricordi
e la strada per un attimo devia,
da sinuosa diventa contorta
...
fino ad esplodere nel silenzio
Il silenzio di una casa diroccata,
il silenzio della morte,
dello sgomento,
il silenzio di una lacrima,
una lacrima che vuole ancora vita,
di una lacrima che diventa ciliegio
...
"...I nazisti cominciarono lo sterminio a
Vallimperchio di Susano...
Poche centinaia di metri oltre,
'La Buca',
una povera casetta abitata da sei persone inermi e di buon cuore.
Abbatterono la porta, incendiarono i mobili, frantumarono le stoviglie,
buttarono fuori gli abitanti inebetiti e
li trucidarono immediatamente.
"Carlo, un trovatello di tre anni, allevato amorevolmente da quelle persone ospitali,
si svegliò di soprassalto,
uscì scalzo e seminudo,
piangeva disperatamente;
i nazifascisti stavano partendo,
lo sentirono;
uno retrocesse,
lo afferrò per un piedino e lo scaraventò in alto;
gli altri eroici combattenti lo crivellarono
come un colombo al tiro a segno.
Quella casa è tutt'ora sventrata e senza tetto;
nessuno ha osato ricostruirla.
All'interno è sorto un ciliegio
che sovrasta i muri cadenti,
e,
a primavera,
i suoi bianchi fiori ricordano perennemente
il piccolo innocente
Carlo.."
-L'Amadio della vergogna-
di Franco Giustolisi
ed. Nutrimenti
|
18.3.1944
136 civili massacrati tra Monchio, Susano e Palgano |
Aveva ragione il nonno,
bisognava andare,
allora come ora,
bisognava andare
e ritroviamo quella strada sinuosa,
la seguiamo,
anche quando si fa contorta,
la seguiamo fino alla fine,
c'è un sogno lassù...
ed un sorriso...
" ecco,
pupà l'éra con Armando Canèla,
pupà l'éra ché "
Qua,
dove l'occhio si perde,
dove la montagna regala lo spettacolo di vallate infinite
qua, dove si sognava e si lottava
per un mondo dove non ci sarebbero più dovuti essere
odi, discriminazioni
e guerre.
dove si sognava una parola
semplice e bellissima :
libertà
Sì, aveva ragione il nonno...
Fatina Licia,
qualche giorno fa ,
mi hai chiesto di spiegarti il significato di "Bella ciao",
ecco,
il significato di quella canzone è
anche
nel sogno di quel nostro nonno
che lasciò i suoi bambini a casa
perché doveva andare,
e ,
nello sbocciare,
ad ogni primavera,
di quel ciliegio,
nato nel centro di una casa