ricominciamo da qui,
ricominciamo a raccontare
dalla speranza che non si china davanti alla paura,
MAI
è sera quando iniziamo ad impastare,
è sera quando in un tic
ci accorgiamo,
e
vediamo
quanto sa esser beffarda la vita.
sì, beffarda
perché quella che impastiamo è una torta
per il presidio dei lavoratori
PHILIPS-SAECO
35 anni fa,
tra questi nostri monti
nasceva un'azienda,
si chiamava
SAECO,
era un' azienda di montagna,
una piccola azienda,
ma
in poco tempo seppe crescere
fino a diventare
azienda pioniera delle macchine per il caffè.
una piccola azienda che cresce
e
crescendo diviene
"sogno di industrializzazione e progresso"
per questi nostri monti
crescendo porta lavoro,
occupa in fabbrica anche le donne,
donne che diversamente,
difficilmente,
qui,
tra questi nostri monti avrebbero potuto avere opportunità
di
lavoro
e
crescendo si amplierà,
magari cambierà proprietari,
ma continuerà a crescere,
ad innovarsi
sino ad arrivare ad occupare intere famiglie
crescendo,
questa cenerentola, divenuta principessa
incontra un gigante sceso dal nord,
il gigante "buono" degli elettrodomestici,
gigante che,
con i suoi prodotti,
era già entrato in tutte le case
portando
sviluppo e progresso,
quel gigante,
il gigante del nord,
si chiama
PHILIPS
il gigante,
quel gigante del nord,
che già
era entrato in tutte le nostre case,
arriva tra questi monti
e
vede in quella principessa,
dal nome strano,
SAECO,
il suo futuro
si innamora della sua bellezza
e
delle sue doti,
della sua eccellenza,
e
vuole unire il suo nome a quello di lei,
lo vuole
e
le promette
SVILUPPO, PROGRESSO,
ancora più fama
e
FUTURO
perché,
lui, il gigante del nord
è
onorato,
ORGOGLIOSO
e
fiero
di poter unire la sua tecnologia,
e
con essa il proprio nome,
a quello di lei,
SAECO,
la principessa di montagna
ed
a quel suo
" MADE IN ITALY "
FATTO IN ITALIA
ed
è così
che in una torta,
tra gli ingredienti,
tra lo zucchero ed il cioccolato,
compaiono
una principessa ed un gigante
è così
che una torta prende a raccontare storie
storie raccontate attorno ad un tavolo
o
vicino ad un fuoco.
storie nella notte,
una notte di gennaio piovosa
che racconta.
storie che uniscono risa e silenzi
di una vita a tratti beffarda.
immaginate la notte,
immaginate un gazebo,
baluardo della speranza,
immaginate un gruppo di persone,
uomini e donne,
immaginate una fabbrica,
alle spalle di quel gazebo
ed
immaginate le storie
immaginate le storie che in quella notte piovosa si raccontano
immaginate
immaginate
immaginate
immaginate di entrare,
ed
entrando immaginate di essere lì, con loro
sentirete il calore delle stufette,
accese per scaldare quella notte,
stufette e sorrisi
che ti scaldano il cuore
immaginate dei tavoli, ed attorno a quei tavoli
loro,
gli uomini e le donne del presidio.
immaginate di sedervi,
immaginate ed ascoltate
ASCOLTATE quelle storie
storie che si raccontano attorno a quei tavoli,
tra un bicchiere di vino ,
un pezzo di torta,
una pizza
ed
un piatto di penne.
storie che si raccontano,
attorno ad un tavolo,
unite dal cibo
cibo che diventa legame,
unione,
strumento per scaldare questi giorni d'inverno,
cibo per rendere la paura un po' meno spaventosa.
sedetevi,
mangiate quella pizza
che vi viene offerta con un sorriso
ed
ascoltate.
ASCOLTATE
Fra poco compio 50 anni,
siamo in 2 a lavorare qua,
è da più di 20 che ci lavoro,
ci facevano anche il regalo dopo i 20 anni di lavoro...
Sì, il regalo,
io "festeggio" il mio ventesimo anno di lavoro fra poco
...
ecco il mio regalo :243 licenziamenti!
Voi?
ora tocca a voi, e noi? noi poi ci salveremo?
a noi ora tocca l'agonia...
Come faremo ora?
in un mese lavoreremo sei giorni, il resto cassa, e poi?
e
quando lavoreremo chi ci starà al presidio?
Alle 5,dopo il lavoro, una doccia e poi torneremo qua, ecco come faremo.
No, non si può mollare
dobbiamo tenere duro
C'è gente, mio padre,
ha fatto 60 giorni di sciopero... e poi...
Sì, tenere duro, lo so, è così che dobbiamo fare,
ma c'è gente che ci lavora in due, qua dentro
2 mesi senza stipendio sono duri,
come si fa
d'altra parte...
Sì, pensa
all' ELECTROLUX...
Alla FIAT...
Alla THYSSENKRUPP
All'ALCOA
E come finirà da noi?
storie di persone,
uomini e donne che in quella fabbrica hanno iniziato a lavorare a 18 anni, a 20
che quella loro fabbrica è stato
il loro primo lavoro,
l'unico
storie di persone,
uomini e donne
che oggi hanno 50 anni, 60
storie di uomini e donne che hanno vissuto
spaventate e speranzose
la storia
della
SAECO,
i cambi di proprietario,
la chiusura di stabilimenti, la trasferta in altri,
che hanno visto
costruire
e
chiudere
e
ricostruire
capannoni,
spaventate e speranzose hanno visto il gigante del nord
voltare faccia
palesarsi
storie di persone che attorno ad un tavolo,
davanti ad un piatto di penne
si raccontano
storie di uomini e donne che attraversano,
nella notte,
un piazzale,
IL LORO PIAZZALE,
pensando alle ore che passano,
al turno al presidio che sta finendo,
alle loro famiglie, ai loro bambini a casa
e
a quel futuro che non si sa,
che
gli vogliono portare via.
storie di uomini e donne
che
pur spaventati
NON MOLLANO
perché
la speranza non china la testa,
uomini e donne ,
pronti
ad
un altro giorno
ed
ad
un'altra notte
in barba alla paura
ecco perché le fate hanno deciso di ricominciare a scrivere da qui,
e da qui,
AUGURARVI UN BUON 2016
perché era da qui,
che secondo noi era giusto ripartire
dalla
SPERANZA,
dai
SOGNI CHE NON SI POSSONO
E
NON DEVONO ESSERE DELOCALIZZATI
ecco perché abbiamo deciso di ricominciare a raccontare i nostri sogni da qui
:
SOLO GRAZIE
e mentre lasciavamo il presidio, la radio ci raccontava di come questo paese sia in ripresa,
ripresa lenta,
forse,
ma in ripresa
e di come la disoccupazione,
invece
sia
in
calo
...
noi siamo solo fate,
di numeri noi ci intendiamo molto,
noi siamo solo fate,
ci piacesognare e credere nei sogni,
e
ascoltiamo sogni,
e vorremmo tanto avere una bacchetta tra le mani
vorremmo tanto che,
pur non intendendo i numeri
quel numero
243
non diventi
reale,
che non sia mai numero che significa
nuovi 243 disoccupati
per un MADE IN ITALY delocalizzato
per un sogno schiacciato da un gigante