Parole.
Forse solo parole,
o forse no.
Forse necessità.
Quando ci guardiamo allo specchio
vediamo
nei nostri occhi e nei nostri sorrisi
mille volti,
nella nostra mente
mille parole
...
Vediamo nostro nonno,
quell'uomo che non abbiamo conosciuto,
ribelle,
che lasciò i suoi figli a casa,
perché doveva andare
Vediamo le nostre nonne
affrontare la vita
a schiena diritta
Sentiamo la voce di quel nonno che abbiamo tanto amato,
che insegnandoci a pregare,
ci raccontava di fratellanza,
di lotte per i diritti,
e della coerenza necessaria
tra
le parole ed i gesti
della fatica che costa
tenere fede a quell'insegnamento
:
Ama il prossimo tuo come te stesso.
Se ci guardiamo allo specchio vediamo noi,
che tra preghiere e sorrisi,
leggevamo
di quell'uomo che,
dall'altra parte del mondo,
in sella ad una moto,
partì perché doveva andare,
quell'uomo che diceva:
" soprattutto, nel più profondo di voi stessi,siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo"
Ernesto Che Guevara
Se ci guardiamo allo specchio,
vediamo noi,a vent'anni,
scandire:
"un'altro mondo è possibile"
in quella città sul mare.
Se ci guardiamo allo specchio vediamo,
in ogni ruga,
quella che è la nostra storia.
Forse è anche per questo,
che oggi,
chiediamo spazio alla magia per scrivere di altro
...
" nel più profondo di voi stessi,
siate capaci di sentire ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo"
...
E se quella parte di mondo,
è il tuo mondo
E se i volti colpiti da quell'ingiustizia
non sono volti sconosciuti
Il pugno nello stomaco è ancora più forte
e
l'esserci,
l'esserci,
l'andare
è ancora più un'esigenza
Una volta è un'auto,
la volta dopo una lavatrice,
quella dopo ancora un'acciaieria
ORA LE MACCHINE DEL CAFFÈ
stabilimenti che nascono al posto dei fiori,
stabilimenti e promesse di futuro,
promesse di lavoro e di benessere
poi qualcosa si rompe
ed il futuro non è più
e
quegli stabilimenti si svuotano,
andranno in altri luoghi
a fingere d'essere fiori,
a promettere
futuro
Altrove,
dove il lavoro magari costerà meno,
dove magari non ci saranno stessi diritti da dover garantire
...
il futuro altrove
...
Lasciando dietro di sé
PERSONE,
uomini e donne
che dovranno inventarsi un'altro futuro,
perché il loro futuro non è più,
il futuro
per cui hanno
faticato,lavorato,
il futuro per il quale hanno fatto sacrifici
non c'è più
e
non ci sono più i fiori
Il futuro altrove,
lasciando
dietro di sé
PERSONE,
uomini e donne,
famiglie
e
paesi
al buio,
loro che promettevano
la luce.
Ecco perché oggi dovevamo essere lì
Lì,
al fianco di quei lavoratori
che in questi giorni
lottano
per il loro futuro,
per il futuro delle loro famiglie
e
per il futuro di questo angolo di mondo
dovevamo esserci
perché:
"chi lotta può perdere,
chi non lotta ha già perso"
-Ernesto Che Guevara-
Eravamo lì perché siamo fate
e
" siamo realisti,
Esigiamo l'impossibile"
Eravamo lì,
perché oggi abbiamo sentito nel cuore il dovere di esserci
e
con quel noi non intendiamo parlare solo
di
fate
...
Art.1
della costituzione italiana
:
L'ITALIA È UNA REPUBBLICA DEMOCRATICA,
FONDATA SUL LAVORO.
LA SOVRANITÀ APPARTIENE AL POPOLO CHE LA ESERCITA NELLE FORME E NEI LIMITI DELLA COSTITUZIONE.
Art.4
della costituzione italiana
:
LA REPUBBLICA RICONOSCE A TUTTI I CITTADINI IL DIRITTO AL LAVORO
E
PROMUOVE LE CONDIZIONI CHE RENDANO EFFETTIVO QUESTO DIRITTO
OGNI CITTADINO HA IL DOVERE DI SVOLGERE, SECONDO LE PROPRIE POSSIBILITÀ E LA PROPRIA SCELTA,
UN'ATTIVITÀ O UNA FUNZIONE CHE CONCORRA AL PROGRESSO MATERIALE
O
SPIRITUALE DELLA SOCIETÀ.