le fatescappate




Le fate scappate è un piccolo mondo tra montagne e boschi incantati dove,con carte,stoffe,perline e merletti ,le fate danno vita ad allegre magie...


Montese.Modena.Italy
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domenica 25 aprile 2021

oggi, ieri, domani

 



suona la banda
la gente sorride, passeggia
è un giorno diverso
lo è,
lo è comunque,
lo è anche oggi
Oggi che ti ho dato un bacino e ti ho detto
:
"buona Liberazione, buon 25 aprile,AmoreMio"
oggi che
 è
 un giorno di festa,
 a casa delle Fate.

Una festa strana,
però,
una festa fatta di racconti 

nodi alla gola, sorrisi, ricordi 

quest'oggi che io posso solo immaginare
quest'oggi che ho sentito solo raccontare
quest'oggi che vorrei ti sentirai solo raccontare

è per questo che oggi scrivo ancora 
è per questo che oggi Ti scrivo

ti chiami Guido
e
ora tu sei un bambino,
 un bambino piccino,
nel tuo nome però c'è un racconto 
e
c'è una vita già vissuta,
porti il nome di un nonno che il brutto che finì oggi 
tanti anni fa
 lo ha vissuto, 
un nonno che non ha dimenticato mai, 
nonostante tutto,
 di saper raccontare favole 
e
 raccontarle così bene da crederci,
crederci così tanto da poter tornare a casa, dalle sue bambine
 con gli occhi puliti
 
ora tu sei un bambino,
un bambino piccino
nelle tue vene
scorre la linfa di un nonno che io non ho conosciuto
 che lasciò i suoi bambini 
perché bisognava andare
per poter poi tornare a casa e regalare 
ai sui bambini
a me 
e
a te
un giorno di festa,
un giorno come oggi

ora tu sei un bambino piccino
ed 
io
 non posso nemmeno immaginare
cosa possa significare dover andare
dover tremare
dover lottare
sperare di poter tornare
per  poter rivedere il sole,
la vita,
TE

Ho ascoltato tante volte di quei  giorni






i tuoi nonni me ne hanno parlato tanto, 
erano bambini,
 allora,
 bambini piccini
i loro papà erano lontani
erano partiti,
loro erano rimasti a casa
con le loro mamme

 il nonno Guido richiamato alle armi
il nonno Bartolomeo partigiano

due nonni coraggiosi,
due babbi  coraggiosi

due bambini spaventati che
 a distanza di tanti anni
 raccontavano 
di 
bombe che piovevano dall'alto
di paura,
e
di  fame
due nonni, 
i tuoi,
che
 raccontavano con il nodo alla gola
con orgoglio
e
con la
NECCESSITA'
di 
raccontare
con la 
NECCESSITA'
di andare per vedere 
e
 per farmi vedere 
cosa era successo, 
cosa non sarebbe 
MAI PIU' 
dovuto succedere





siamo partiti tante volte, in questo giorno di festa coi tuoi nonni,
ed
 oggi ti prometto 
che 
continueremo a partire,
che
 ti racconterò di questo giorno
ancora 
ancora 
ancora
perché
possa essere
un giorno 
che 
tu ti sentirai solo raccontare,
e
lo farò 
per
quei due babbi coraggiosi,
lo farò 
per
quei due bambini
lo farò,
lo continuerò a fare
perché tu possa essere libero
perché tu possa ricordare
e
sapere
cosa significa 
25 aprile
cosa significa
coraggio
perchè tu 
ed
i tuoi cugini 
possiate essere
il
fiore 
della 
libertà
e
quercia 
nel vento
e
sole
e
possiate essere per sempre
grati
ed
orgogliosi di quei babbi
e
fieri di quei due bambini che con le lacrime agli occhi
 hanno raccontato
e
raccontano

martedì 26 aprile 2016

25aprile : nulla è scontato

che bel giorno,oggi!

il cielo blu,
il sole,
l'aria frizzante
e
la neve
...
e
quelle semplici parole:
Buongiorno,  Buon 25aprile
Buona Liberazione! 

oggi, che bel giorno!

Ci son giorni che fan sorridere,piangere, sperare, emozionare ed arrabbiare
Giorni che non si possono dimenticare,
mai in nessun giorno

giorni in cui i ricordi si confondono con le lacrime ed i sorrisi 
giorni in cui lo senti , lo capisci che nulla è scontato.

nulla è scontato,
nulla, 
neppure decidere di andare via,
 in città,
 per incontrare un'amica che non si vede da tanto,
nulla è scontato.
non è ovvio alzarsi e poter decidere cosa fare,
non è scontato 
non aver paura delle bombe,
non aver paura di morire,
non è scontato non dover tremare,
non dover scappare
non doversi nascondere
non è scontato poter scegliere 
non è scontato potersi sedere al tavolino di un bar, davanti ad un caffè, 
con il sole che leggero sfiora il viso ,
sedersi 
in un giorno di aprile 
al tavolino di un bar a parlare di Bertoldo e di un bonsai, 
di amori e politica.

non è scontato non provare paura nel farlo.
non lo è


e mentre passeggiavamo,
 con lei,
 in questa bellissima città,
che nel cuore sentiamo la nostra città,
 nella nostra mente passa un pensiero veloce
...
no,non è scontato,
no, non lo è
...
passa un pensiero veloce, 
cambian i colori,
la mente da questa Bologna ridente,
per un attimo se ne va
...
la mente fa un salto indietro
a 71 anni fa, o quasi 

 
 no, nulla è scontato .

e la mente,
 per un attimo,
 li vede quei palazzi feriti, distrutti, 
bombardati

e
 scappa,
da lì,
la mente scappa via veloce da lì,
più in fretta che può
 se ne va,
butta due stracci nella borsa ,
saluta gli amici, i parenti
 e 
scappa
non può stare lì,
non può


scappa via,
 la mente piena di paura
via  se ne va,
se ne va dove crede di trovare pace o almeno un brandello di essa, 
dove non bombardano con tale forza,  
dove forse la guerra è un pò più lontana

http://www.forlitoday.it/~media/base/59125115245772/sfollati-seconda-guerra-mondiale-forli-liberazione-big-beta-2.jpg 
via, via, via
via, via, via
via da qua
...
e la mente,
da Bologna se ne va,
e
vola
vola tra i monti dell'Appennino
vola in un luogo da noi visitato in un giorno di sole,,
in un giorno di aprile,
in un giorno di musica e festa
qualche anno  fa
...
ma non c'è musica, non c'è festa, non c'è gioia
nel volo di oggi
...
nel volo di oggi ci sono sgomento e paura
e,
 come in un film ,
ci sono una chiesa, alcuni casolari, un bosco ...
come in un film
c'è Marzabotto
...
 
 
 
ci sono quelle borse frettolosamente preparate,
le valige degli sfollati,
fuggiti da questa bella città,
per cercare riparo dalle bombe
 e
dalla guerra 

ma non c'è musica, non c'è festa, non c'è gioia
in questo volo
tra questi monti, 
divenuti ancora una volta,
trappola,
in questo film

c'è sgomento,
c'è
paura
e
ci sono loro  
loro, 
maledetti uomini neri
e
c'è lei,
la morte
 
 
"erano le nove del mattino di quel 29 settembre 
-ha raccontato Lidia Pirini che allora aveva 15 anni-. 
Sentimmo gli spari,vedemmo il fumo degli incendi, ci rifugiammo in chiesa ...
don Marchioni cominciò a declamare il rosario...
gli spararono ai piedi dell'altare...
quando loro entrarono volsi lo sguardo, avevo paura di guardarli in faccia... dentro tutti urlavano, specie i bambini...
ci incolonnarono e ci portarono al cimitero, scardinarono il cancello con i fucili perchè non riuscivano ad aprirlo...
ci ammucchiarono tra le lapidi e le croci di legno, si misero in ginocchio per prendere la mira, sparavano con mitra e fucili.
Fui colpita alla coscia destra, svenni per il dolore...
Quando mi ripresi, mi accorsi che addosso a me c'erano degli altri.
Erano morti e non mi potevo muovere. 
Avevo proprio sopra un ragazzo che conoscevo, era rigido e freddo...
Venne la sera, venna la notte... intorno a me sentivo i lamenti di alcuni feriti...
Passò tutto il giorno dopo, sino al pomeriggio.
Finché arrivò un uomo a cercare i familiari .
lo chiamai e i mi venne vicino. " Tutti morti", disse, "moglie e figli, tutti morti" .

" ci fecero uscire, loro si erano messi ai lati della porta e facevano venir fuori tutti. Li picchiavano, ridendo, mentre passavano in mezzo...
Io e Giorgio riuscimmo a fuggire verso il bosco... da lì potevamo vedere quel che accadeva tra le tombe... Aprirono il fuoco e gettarono anche delle bombe a mano. Sparavano molto in basso per colpire i bambini..."
-Elena Ruggeri-
A Marzabotto tra  il 29 settembre ed il 5 ottobre del 1944
morirono 
novecentocinquantacinque persone
   216 bambini
316 donne 
172 ultrasettantenni
251 uominisenz'armi
 


 
sì,
la mente da questa Bologna ridente,
per un attimo se ne va
...
e
 nel silenzio che  per un attimo ci coglie
nel ricordare
quell'angolo d'Appennino 
nella mente passa un'altro film

vediamo altre borse riempite alla rifusa,
altri uomini
 altre donne 
altri bambini
non c'è l'Appennino 
ma 
il mare,
uomini che oggi fuggono come noi fuggimmo,
uomini che ancora OGGI fuggono
da guerra
e
da fame
anche loro, a volte,
in fuga 
da uomini neri
e
pensiamo al vento nero che a volte li accoglie
...

ma 
non è
un film 
non lo fu allora,
non lo è
ora.
"non è stato un film, 
qua davvero lo vedi
che
non è stato un film"
così, qualche tempo fa ci disse un'anima cara,
 scendendo dal monumento di Sant'Anna di Stazzema
...
non è stato 
e
non è un film
ed 
oggi
non è
non è
non è
 scontato
ed oggi, in questo giorno bellissimo,
altre parole ci vengon in mente
 


nulla è scontato.
un giorno a Bologna non lo è.
la libertà non lo è.
la pace non lo è.
la vita non lo è .

e

 serve memoria

servono i racconti

servono le parole

servono preghiere

serve la rabbia feroce

serve l'amore

serve il bisogno di andare sempre e comunque,
come la nostra mamma ed il nostro babbo ci ripetono da sempre


serve il ricordo
 teso verso il futuro


perchè
finalmente
quel che successe
71 anni fa
smetta di succedere

buon 25 aprile






martedì 28 aprile 2015

sì,mamma,dovevamo venire

....giro giro tondo...



 le chiacchiere,
le risata
:
sembra una gita



poi la strada inizia a salire
decisa
gli ulivi cedon il passo ai castagni

"sembra di andare ai Bertocchi",
dice il babbo

sì, 
è così babbo,
sembran i nostri monti
...
forse

 è per questo che ci sembra,
ogni volta,
di riconoscer  casa,
forse 
è 
perchè
il sussurrare dei pini 
sembran dirci 

"benvenuti"

forse 
è
perchè
 casa 
è
dove il cuore si emoziona



forse,   
ma non lo sappiamo 
con certezza,
quel che sappiamo
è
che quando  il destriero si ferma,
taccion 
le risa,
taccion le chiacchiere

rimane solo il silenzio 

il silenzio,
un sussurro
ed 
un pugno nello stomaco

 
la gola di nuovo si chiude.

ma non importa,
perchè è giusto così,
perchè bisogna andare,
comunque,
nonostante tutto
...

ed 
  andando ,
il silenzio che ti abbraccia 
diventa urlo,
in una chiesa,
 diventa 
silenzio che urla
e
urla 
canta 
:
giro giro tondo


era la primavera-estate del 1944.
un giro tondo di bambini,
mani nelle mani,
festeggiano la fine dell'anno scolastico
bambini,
bambini che sognavano
:
" vorrei diventare vecchio come mio nonno"
"vorrei vedere il mare"
vorrei girare il mondo"
"vorrei fare il pilota"
"vorrei...
vorrei...
vorrei..."


davanti a quella chiesa 
c'era vita,
 c'erano sogni


giro giro tondo,
casca il mondo,
casca la terra
tutti,
tutti,
tutti
giù per terra

quei bambini,
davanti a  quella chiesa 
furono
 tutti uccisi,
massacrati,
 insieme ad altre centinaia di persone,
dai nazifascisti


ed ora il silenzio lo puoi quasi toccare,
lo tocchi negli occhi 
di tua madre e tuo padre,
lo tocchi,
ti avvolge
come la nebbia .
ti tocca quel silenzio 
ti tocca
entra in te,
ancora una volta
entra in te. 



"mamma,
se vuoi torniamo indietro"

"no!
piango,
 ma son   contenta d'esser qui,
piango perchè penso a cosa hanno patito,
a quanto hanno sofferto,
piango perchè penso a quel che qui è successo,
piango perchè penso a quello che potrebbe succedere 
ancora.
Mia re che ag venesen tòt,chè
mia re feg vni al scol
mia re fè veder 
mia re cl'a zenta la vdesa,
cl'a capesa,
zig ma son contenta d'eser chè.

(bisognerebbe che venissero tutti ,
qua,
bisognerebbe far venire le scuole,
bisognerebbe
che le persone vedessero,
che capissero,
piango,
 ma soncontenta d'esser qui)"

 sì,
perchè in questo piccolo angolo di mondo 
il silenzio
 racconta di uomini,
donne,
bambini ,
il silenzio qui racconta

...

e
 lo fa
passando attraverso  uno sguardo





in una lettera ,in una spilla

 in un anello od un cappello

 lo fa in una bambola trovata stretta tra le braccia di una bambina,
in un abito nuovo nascosto da una ragazza
o in una sveglia che interruppe
il suo tictac
quando il mondo finì





il silenzio,
in questo luogo,
racconta,
non si stanca mai.
come non si stanca quella strada 
che ancora ci aspetta
 come una promessa 



questa strada che si arrampica,
e
 che,
nel silenzio,
racconta di una via crucis
racconta di Cristo 
degli uomini,
di un sacrificio
dell'amore



 


 questa strada che si arrampica
che 
 alla fine
mantiene 
la promessa
sussura
 tra i pini,nel vento
con la nebbia che ti avvolge
che
sì,
sì,
sì,
c'è speranza
che fin quando nel silenzio sapremo raccontare
queste storie 
ci sarà
speranza


se sapremo portare in noi quei nomi,
le risa di quei bambini,
il loro cantare spensierato
:
gira gira tondo
...
se ricordando il silenzio
sapremo proteggerli
non ci sarà
più vento tanto forte da spezzare
sorrisi







perchè
laggiù
c'è
il mare,
laggiù ci sono sogni,
laggiù
c'è vita
laggiù,
davanti a quella chiesa,
c'è una giovane mamma
che dice ai suoi piccoli bambin,
mentre leccano un gelato
:
"immaginate...
immaginate...
immaginate..."
ed
 immaginando,
in un sussurro,
 spiega loro 
che 
errore,
che orrore
immane
è 
la guerra.




sì,mamma
dovevamo venire,
sì,mamma
dovremo
tornare ancora
e ancora
raccontare il silenzio