venerdì 25 aprile 2014

25 aprile : pupà l'éra ché

Un bacino ed un augurio:
"Buon 25 Aprile ! " ,
questo è il saluto di oggi,
inizia così, crediamo da sempre, la nostra giornata.
E' un giorno di festa,quello di oggi, a casa delle Fate.
Una festa strana,
però,
una festa fatta di racconti, 
nodi alla gola, sorrisi, ricordi 
e del bisogno di andare.



ed anche questa volta dovevamo andare...

andare per conoscere meglio quel nonno che non abbiamo mai incontrato,
ma di cui tanto ci hanno parlato,
quel nonno che,
con la sua donna fiera, la nostra nonna,  
ballava un valzer nel tinello di casa,
quel nonno che
 partì a piedi da Verica
perché a volte si deve andare,
quel nonno 
combattente ribelle che  sapeva sognare...

e così,
stregoni e fatine,
nella pioggia son partiti
...
...
Dopo 70 anni la stessa strada,
le stesse valli, boschi e montagne...
e mentre il nostro nero destriero camminava per noi,
mentre la strada scorreva,
noi ascoltavamo le frasi sospese 
di un bambino che ricordava il suo papà,
di un bambino che è il nostro babbo
...



ma la memoria,
 a volte, 
confonde i suoi ricordi  con altri ricordi
e la strada per un attimo devia,
da sinuosa diventa contorta
...
fino ad esplodere nel silenzio


Il silenzio di una casa diroccata,
il silenzio della morte,
dello sgomento,
il silenzio di una lacrima,
una lacrima che vuole ancora vita,
di una lacrima che diventa ciliegio
...


"...I nazisti cominciarono lo sterminio a
 Vallimperchio di Susano...
Poche centinaia di metri oltre, 
'La Buca',
una povera casetta abitata da sei persone inermi e di buon cuore.
Abbatterono la porta, incendiarono i mobili, frantumarono le stoviglie,
buttarono fuori gli abitanti inebetiti e
li trucidarono immediatamente.
"Carlo, un trovatello di tre anni, allevato amorevolmente da quelle persone ospitali,
si svegliò di soprassalto,
uscì scalzo e seminudo,
piangeva disperatamente;
i nazifascisti stavano partendo,
lo sentirono;
uno retrocesse,
lo afferrò per un piedino e lo scaraventò in alto;
gli altri eroici combattenti lo crivellarono
 come un colombo al tiro a segno.
Quella casa è tutt'ora sventrata e senza tetto; 
nessuno ha osato ricostruirla.
All'interno è sorto un ciliegio


 che sovrasta i muri cadenti,
e,
a primavera,
i suoi bianchi fiori ricordano perennemente 
il piccolo innocente 
Carlo.."

-L'Amadio della vergogna-
di Franco Giustolisi
ed. Nutrimenti




18.3.1944
136 civili massacrati tra Monchio, Susano e Palgano 





Aveva ragione il nonno,
bisognava andare,
allora come ora,
bisognava andare 
e ritroviamo quella strada sinuosa,
la seguiamo,
anche quando si fa contorta,
la seguiamo fino alla fine,
c'è un sogno lassù...
ed un sorriso...


" ecco,
 pupà l'éra con Armando Canèla,
pupà l'éra ché "

Qua,
 dove l'occhio si perde,
dove la montagna regala lo spettacolo di vallate infinite


qua, dove si sognava e si lottava 
per un mondo dove non ci sarebbero più dovuti essere
odi, discriminazioni 
e guerre.
dove si sognava una parola 
semplice e bellissima :
libertà














Sì, aveva ragione il nonno...








Fatina Licia,
qualche giorno fa ,
mi hai chiesto di spiegarti il significato di "Bella ciao",
ecco,
il significato di quella canzone è 
anche 
nel sogno di quel nostro nonno
che lasciò i suoi bambini a casa 
perché doveva andare,
e ,
nello sbocciare,
 ad ogni primavera,
 di quel ciliegio,
 nato nel centro di una casa 





Nessun commento:

Posta un commento

se di quà sei passato e un leggero pensiero vuoi lasciare,
sussurra le tue parole al vento,
le fate lo sentiranno....