era il 1958,
uno zaino in spalla, 22 anni nelle gambe,
e un treno da prendere.
oggi è il 2013,
niente zaino,il viaggio è stato in auto
e gli anni nelle gambe sono un po' di più,
ma strano,
l'emozione e la curiosità sembrano le stesse..
allora scendemmo alla stazione di Calalzo,
piccolo paesino tra le montagne innevate
da lì iniziarono quei due anni di servizio militare...
anche ora è iniziato tutto da quì anche se
qualcosa è cambiato:
più case, più cartelli,
più asfalto..
ma le montagne...
no,le montagne no....
anche Tai era diversa ,pochi i punti di rifermento...
una casa, una chiesa,
e la strada per Pieve...
Pieve e la Caserma...
e quanti ricordi nel vederla...
ogni finestra,ogni porta,
la stalla e il nostro stanzone,
gli scherzi,la fatica,le risa e la malinconia di casa...
e poi di nuovo in marcia, come allora...
alte cime che per scalarle si sudava anche se c'era la neve,
strade che a percorrerle facevano venire le vesciche ai pedi
e cavalli e mule che allora mordevano se volevi imbrigliarle...
"e già...è proprio come quella canzone, vero babbo?"
...
"vecchio scarpone
quanto tempo è passato
quante illusioni fai rivivere tu
quante canzoni
sul tuo passo ho cantato che non scordo più
lassù tra le bianche cime
di nevi eterne immacolate al sol
cogliemmo le stelle alpine
per farne dono ad un lontano amor..
fai rivivere tu la mia gioventù"
già
..che bello essere quì..
e quanto tempo è passato ,
quante cose da allora sono successe
e quante ancora accadranno...
già
...che bello essere qui...
ma prima di tornare ai miei monti,
un'altra tappa,
la naja era finita da qualche anno quando la radio riportò alla memoria
un'altra stazione che era su quei binari:
Longarone:
e poi di nuovo i miei monti...
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sussurra le tue parole al vento,
le fate lo sentiranno....